La storia di Ferrari si è raramente incontrata con quella delle competizioni rallistiche, preferendo le corse su strada a quelle su terreni “cattivi”, anche se ci sono state diverse eccezioni, tra le più note al pubblico la partecipazione al Rally di Montecarlo del 1966 e a diverse prove del Campionato del Mondo tra la fine degli anni 70 e gli 80 con la 308 GTB Gruppo 4.
Quando però, a metà del decennio 1980 i regolamenti cambiarono e venne introdotto il Gruppo B, molte case automobilistiche tornarono a guardare ai rally con rinnovato interesse, comprendendo che potevano rivelarsi una ottima vetrina sportiva per un pubblico sempre più coinvolto.
Ferrari decise dunque di riprogettare la fedele 308 per creare una vettura davvero competitiva, da produrre nel numero minimo di 200 unità, come da indicazioni della neonata classe.
Molte componenti tecniche e diverse soluzioni resero la macchina completamente diversa rispetto a quella di origine, la nuova 288 GTO aveva il motore longitudinale ed il cambio posteriore a sbalzo, e due turbocompressori che avrebbero reso il motore di 2.800cc (limite di regolamento) competitivo rispetto alle altre supercar pronte a scendere nel fango e su pista.
Purtroppo questa vettura meravigliosa non ebbe mai occasione di dimostrare le sue potenzialità, a causa di un nuovo cambio di regolamento dettato dai troppi incidenti fatali che si registrarono nelle stagioni 1985 e 1986.
La bella 288 GTO rimase dunque una affascinante ed esotica edizione limitata che da subito trovò posto nei garages dei collezionisti più attenti e competenti, vedendo il suo valore crescere ogni anno di più.
Ferrari però nel frattempo non era stata ferma ed aveva iniziato immediatamente a lavorare ad una versione pronto gara della stradale GTO, con l’intenzione di produrre le venti varianti necessarie per accedere alle competizioni. Il motore biturbo, che nella versione stradale erogava 400 cavalli, nella GTO Evoluzione raggiungeva i 650, ulteriormente aumentabili in assetto qualifica, mentre la carrozzeria, ampiamente ridisegnata nella galleria del vento, era completamente realizzata in materiali compositi e l’interno, spogliato di ogni componente superflua, era di impostazione strettamente corsaiola.
Le vetture iniziarono ad essere realizzate tra il 1984 ed il 1985, ma quando ci si rese conto che non avrebbero mai potuto gareggiare, la produzione si fermò, con soli cinque esemplari costruiti, dei quali gli ultimi nel 1988.
Tutte le vetture andarono a clienti privati ad eccezione di una che rimase in Fabbrica, la GTO Evoluzione non vide mai in terreni di gara, ma ha avuto il grande merito di servire da base per la definizione di una della più iconiche supercar di Maranello, la mitica F40 del 1987, l’ultima deliberata da Enzo Ferrari in persona.